Coinvolgente approfondimento sul metodo Classico prodotto sull’Etna e sulla vocazione enoturistica del Vulcano
Per favore…Non chiamateli rosè !
di Paolo Li Rosi
Il fascino d’altri tempi di Palazzo Scammacca ha ospitato, nell’ambito di Spumanti dell’Etna, due imperdibili eventi che hanno consentito l’approfondimento di temi d’attualità ed il confronto tra produttori, comunicatori ed appassionati della produzione d’eccellenza delle bollicine etnee. L’obiettivo comune divulgare la conoscenza delle peculiari caratteristiche dei singoli territori, capaci di dare vita a spumanti unici, promuovendo l’enoturismo etneo.
Protagonisti della Masterclass dedicata ai rosati metodo classico, dal titolo “Non chiamateli rosè” alcune delle cantine più rappresentative. Le cromature ai calici, i differenti bouquet aromatici, le differenti percezioni gusto-olfattive sono gli aspetti messi in discussione dagli stessi produttori che hanno selezionato i vini in degustazione. Si è cominciato con Apum Spumante Etna doc rosato Millesimato 2018 di Cantine di Nessuno, con Seby Costanzo che anche nella qualita’ di Vice Presidente del Consorzio Etna Doc, ha posto l’accento sul grande fermento di iniziative imprenditoriali che l’Etna sta accogliendo, ma che deve richiamarci ad altrettanta responsabilità.
Francesco Chittari (patron di “Spumanti dell’Etna” e docente di F.I.S.) ha proposto un coinvolgente approfondimento dei metodi di produzione del vino rosato, base degli spumanti, e della sua evoluzione nel tempo, e stimolato i produttori a raccontare le singole storie di spumante. Così si è potuto apprezzare come il fil rouge , un po’ per tutti, è rappresentato da singole storie d’amore, per una moglie, una figlia , o perché no, una particolare comunità ! Così Seby ha confessato che mentre la sua piccola riusciva a pronunciare il nome della mamma, per lei papà Seby era …Apum !
Giorgio Mannino ed Arianna Vitale di Tenute Mannino di Plachi, hanno proposto il Caterina di Plachi , Etna doc spumante rosato annata 2018 sboccatura 2022, dedicato da Giuseppe Mannino -per le nozze d’argento- alla moglie Katia.
A seguire, Graziano Nicosia di Cantine Nicosia e Consigliere del Consorzio Etna Doc, e Maria Carella enologa del gruppo, con il loro Sosta Tre Santi, Etna Rosato Brut Millesimato, un dosaggio zero da uve di Nerello Mascalese, vendemmia 2020 e sboccatura 2022. Questo vino – racconta Graziano – nasce a Trecastagni dove la devozione ai Tre Santi, Alfio, Filadelfo e Cirino è nota in tutta Europa.
Gina Russo Cantine Russo e Presidente della Strada dei vini dell’Etna, ha proposto all’assaggio il suo Mon Pit Brut Metodo. Classico Millesimato 2017, sboccatura 2022, dove il Nerello è accompagnato da un saldo di Cappuccio. Gina ci ha rivelato che il nome viene dal nomignolo attribuito ad un antico cratere risvegliatosi prepontemente in una recente eruzione.
Claudio Di Maria di Murgo, ponendo l’attenzione diversità gustativa e territoriale degli Spumanti in degustazione provenienti dai vari versanti dell’Etna, ha proposto dal versante est, l’Extra Brut Murgo Rosato metodo classico da Nerello Mascalese, vendemmi 2016 e degorgiato nel 2022, ricordando la storia d’amore di Michele Scammacca del Murgo che dopo gli studi all’estero è stato richiamato dall’amore per l’Etna, vinificando qui per primo ( dopo gli antichi fasti dello Champagne Etna del Barone Felice Spitaleri ), il suo spumante metodo classico.
Affina 30 mesi sui lieviti lo Spumante Etna doc rosato di Tenute Orestiadi/La Gelsomina, dove e’ presente un 20% di Nerello Cappuccio, dalle vigne in territorio di Piedimonte Etneo.
Gaudensius di Firriato, proviene invece dalle vigne dell’Etna nord di contrada Verzella, Tenute Cavanera. Un Etna Doc rosato Brut da Nerello Mascalese.
Nel pomeriggio grande successo per il Convegno , con degustazione alla cieca, “Le bollicine come scoperta di territori” dove sono stati evidenziati gli elementi essenziali di una buona proposta enoturistica. Grande rilievo è stato attribuito ai racconti, alla cronaca e alla narrazione di quanto caratterizza la visita in cantina.
I produttori presenti hanno sottolineato che le diverse basi spumanti, per la produzione di rossi e bianchi di qualità, nascono da porzioni di vigna che pur faticando a maturare per la loro vigorosità antica, conservano ottime caratteristiche
Gli ospiti presenti Santi Natola Resp. Enoturismo Cantine Nicosia, Claudio Di Maria Resp. Enoturismo Murgo, Federica Milazzo Resp. Enoturismo Gambino, Marco Nicolosi Direttivo Consorzio Etna Doc e Consigliere Strada del Vino dell’Etna, hanno sottolineato l’importanza di fare rete a partire dalla narrazione del territorio, della sua storia, della cultura fino a scendere nel particolare del versante e della storia della cantina.
Infatti, attraverso foto di paesaggi e la degustazione alla cieca di alcune etichette quali Maria Gambino Spumante Etna doc Gambino, Sosta Tre Santi Carricante doc Sicilia Cantine Nicosia, Ferrari Perlè Trento Doc Ferrari, Extrabrut Murgo, Gaudensius Blanc de Blancs Firriato, Mon Pit Blanc de Blancs Cantine Russo con il coinvolgimento dei presenti, sono emerse le diverse caratteristiche organolettiche e gli aspetti climatici e ambientali dei luoghi di produzione.
Tante le prospettive e gli elementi proposti ai presenti, che hanno consentito di apprezzare meglio le sorprendenti tendenze di crescita, attraverso una comparazione con altri territori italiani come il Trento Doc, cantina ospite dell’evento 2022, brand che tra i primi, si è affermato nello sviluppo del turismo legato al mondo vitivinicolo ed alle sue tante storie che val la pena conoscere e raccontare.