Al-Cantàra presenta due nuovi vini da collezione

Al-Cantàra presenta due vini da collezione 2022. Il rosso “Pensaci, Giacomino” e l’Etna Doc “Raiju di Bellicza”

di  Paolo Li rosi

Esclusiva anteprima, nell'ambito della rassegna enogastronomica MeCook, curata da Valeria Lopis, presso il Sale Art di Catania di Massimiliano Lauricella, dei due nuovi vini da collezione di Al Cantàra. Si tratta del rosso da nerello mascalese in purezza dedicato a Luigi Pirandello e di un Etna Bianco Doc, omaggio al semisconosciuto poeta siciliano del XVI secolo, Antonio Veneziano, la cantina Al Cantàra - l’azienda vinicola di Pucci Giuffrida (chef per una notte per MeCook) di contrada Feudo Santa Anastasia a Randazzo, sull’Etna - prosegue il progetto dei vini da collezione iniziato con il rosso “Liolà-Ullarallà”, anche qui citazione del drammaturgo di Girgenti premio Nobel per la letteratura. Due le etichette che vedono la luce in questo ultimo scorcio del 2022. La prima è il rosso Pensaci, Giacuminu!®, da uve di nerello mascalese 2018, il vitigno autoctono dell’Etna che, prima di essere imbottigliato in 1400 esemplari, riposa in tonneaux di castagno dell’Etna. Un procedimento, questo, che asseconda la voglia di sperimentazione e innovazione del produttore, Giuffrida, affiancato dall’enologo Salvo Rizzuto per testare le proprietà della stagionatura in piccole botti di castagno, essenza naturalmente ricca di tannino, che oggi vengono prodotte soltanto a Marsala con legname proveniente dai boschi cedui dell’Etna.

Destinata a un pubblico di collezionisti e cultori di annate dell’Etna nord è anche la seconda etichetta, anche questa progettata e acquerellata a mano dall’artista Annachiara Di Pietro, che per Al-Cantàra cura da qualche anno l’immagine dei suoi prodotti (sue le creazioni originali per la grappa “Rosa Fresca Aulentissima” e per “Re Befè”, spumante extra brut Etna Doc, metodo classico). Si tratta di “Raiju di Bellicza®”, Etna Bianco Doc da uve carricante della vendemmia 2021. Uve dalla naturale longevità che ne fanno un vino destinato all’affinamento in bottiglia da sei a otto anni. Il nome rievoca un verso della raccolta di poesie inedite del siciliano Antonio Veneziano (Monreale 1543 – Palermo 1593), del quale Giuffrida, vigneron appassionato di letteratura e teatro, è venuto in possesso alcuni anni fa partecipando a un’asta.

Un manoscritto del tardo ‘500 – spiega Giuffrida – che avevo acquistato, incuriosito da questa curiosa e sconosciuta antologia di poesie di autori siciliani. Da un’analisi più attenta, commissionata a studiosi dell’Università di Palermo, alcune ottave di questi versi, assolutamente inedite, vengono attribuite con certezza al poeta palermitano Veneziano, considerato in ambito accademico una sorta di “Petrarca di Sicilia”: artista ribelle e avventuriero, con fama di dongiovanni e temuto dai potenti di cui si faceva beffe. Etichettato come “artista maledetto” divenne amico fraterno del papà del Don Chisciotte, lo scrittore spagnolo Miguel Cervantes. Oggi Veneziano è ancora poco studiato: il mio augurio – conclude Pucci Giuffrida - è quello di poter contribuire alla sua rivalutazione partendo da questo episodio così curioso in cui mi sono imbattuto da quando ho iniziato a produrre vini”. Anche per Raiju edizione numerata: 1399 etichette rifinite ad acquerello da Annachiara Di Pietro che sul retro riportano l’ottava da cui è stato estrapolato il titolo.

Lascia un commento